15 aprile 2020: 6 settimane dall’inizio del lockdown

La Matrice di Social Dreaming del 15 aprile scorso, terzo incontro del nostro ciclo Sogni al tempo del COVID 19, ci parla di un mondo scomposto, defor-mato, frammentato; un mondo di cose andate in pezzi che è difficile ricom-porre.

I sogni raccontano di un gioco di bastoncini di Shangai da estrarre uno ad uno, sapendo che se sbaglio mossa perdo tutto; di un volto classico di don-na che si scompone in frammenti come in un quadro di Picasso; di un paio di occhiali che di colpo si rompono in mille frammenti, di una moto che va in pezzi in un parcheggio, di un cellulare che si rompe in mano.

Nei sogni cammino in una città in cui è facile perdersi e di cui non riconosco più le strade, tutto ciò che prima era familiare sembra ora diverso visto da un’altra angolazione, le fermate della metropolitana sono nascoste da fore-ste di alberi; cerco le spiagge che amavo ma non riesco a ritrovarle, i mezzi di trasporto abituali si incastrano uno nell’altro, un taxi dentro un treno sopra a un traghetto, e il viaggio diventa impossibile.

Passo da un treno all’altro, lascio una festa troppo affollata e mi ritrovo in uno strano luna park con cariatidi dai volti sbrecciati e dai piedi enormi, co-me in una sequenza di immagini di un film di Fellini. Nel paesaggio ci si per-de e ci si ritrova senza soluzione di continuità, senza un senso preciso, le direzioni si confondono e chiedere indicazioni diventa un’impresa difficile perché lungo la strada incontriamo strani personaggi di cui è difficile fidarsi, un bambino biondo con gli occhi azzurri potrebbe essere il figlio di un as-sassino, una vecchina dall’aria apparentemente innocua chiede a uno stra-no elettricista di avvitare una lampadina gigante.

Un mondo dove gli edifici sono diventati enormi, giganteschi, ricordano i pa-lazzi dell’EUR, oppure vecchi cinema con panche di legno, e dentro di essi le stanze sono nicchie sovraffollate di persone festanti la cui allegria suona minacciosa e spaventa.

Un mondo che ricorda la vigilia di uno tsunami, dove le regole sono saltate e il potere è evocato dalla faccia di Renzi che ride sornione di fronte allo sconcerto generale.

Il viaggio è dunque un viaggio di ricerca, ma anche un viaggio verso l’ignoto.

E’ il viaggio di Ulisse verso Itaca, dove il ritmo è scandito dal canto delle balene, un canto che cattura e del quale si rischia di rimanere prigionieri; ma il viaggio è anche la Svizzera, il confine verso una meta che rimanda a un mondo ordinato e tranquillo che nasconde in realtà qualche stranezza, otto militari insieme a otto pagliacci vestiti da uccelli.

In questo mondo deformato, dove le figure si scompongono come in un quadro di Picasso, dove il meraviglioso (wondrous) coincide con il terribile, dove l’altro ha l’aspetto inquietante del doppio con tutte le sue ombre, gli uomini tornano a essere protagonisti, segnando una marcata differenza ri-spetto ai precedenti incontri di Social Dreaming, nei quali protagonisti erano il mondo della Natura che prende il sopravvento sulla Cultura (matrice Soci-al Dreaming del 1 aprile) e il Selvatico che prende il sopravvento sul Dome-stico (matrice Social Dreaming del 17 marzo).

Unico rappresentante del mondo animale questa volta è la balena, mammi-fero e pesce, capace di abitare le profondità del mare e di alzarsi con un guizzo verso il cielo, simbolo di morte e di rinascita, di introspezione e di so-litudine. Il canto delle balene può essere affascinante e terribile, e come in Moby Dick la balena evoca la lotta perenne dell’uomo al confine tra rinascita e distruzione. L’immagine della danza che viene ad esso associata è tutta interiore, una danza di spiriti che oscilla tra il fascino della trasformazione del butoh giapponese e un “tango glaciale”, come quello ballato dagli abi-tanti di Wuhan alla riapertura della città. Danza di spettri o danza di rinasci-ta? La risposta rimane aperta.

Il rapporto tra dentro e fuori, tra realtà interna e realtà esterna, che nel pri-mo Social Dreaming del 17 marzo avevamo identificato con il “perturbante”, e nel secondo Social Dreaming del 1 aprile con il “surreale”, è diventato ora un mondo deformato nelle proporzioni, gigantesche, e nella percezione, al-terata; una relazione affascinante, meravigliosa, che può prefigurare la ri-nascita di un mondo nuovo, ma anche nascondere aspetti terribili e in-quietanti.

Percorrere questo nuovo mondo, attraversarlo, trovare nuovi modi per esplorarlo, fa pensare a scoperte entusiasmanti ma nasconde anche grandi pericoli; soprattutto però, la grande incognita è la relazione con l’altro, al tempo stesso risorsa e nemico, e non è facile immaginare come sia possibi-le stabilire un contatto.